E’ un piacere seguire e condividere il cammino degli artisti che hanno collaborato alla colonna sonora della Faglia. Attesissimo era questo “Superdonna” disco d’esordio di The Straw, quintetto ovviamente, di Torino, che in quanto a pedigree, nel frattempo si era già conquistato il conquistabile a suon di riconoscimenti, premi, contest, passaggi radiofonici, interviste, e soprattutto concerti.
Qual è la formula del successo degli Straw? Freschezza, sincerità, umiltà, energia. Questo disco con 8 tracce senza respiro ne è una rappresentazione pulsante, senza compromessi.
Catalogare il genere di the Straw è come tentare di appiccicare una etichetta adesiva ad un bottiglione bagnato. The Straw è, il bottiglione, da versare e bere come un buon vino in compagnia.
Chitarra elettrica incalzante, tempo quattro quarti in levare e pedalare, il piano si sposta sull’intensità interpretativa, sulla struttura imprevedibile dei brani e sui contenuti dei testi, apparentemente leggeri, ma con una loro filosofia riconoscibile e coerente, che sarebbe fuorviante o forse persino riduttivo, definire “ironica” o “demenziale”.
“Superdonna” è un invito alla dissimulazione, a toglierci le maschere della vita di tutti i giorni, e a fare festa insieme, in un travolgente esorcismo di massa contro l’ipocrisia.
E’ inutile che nascondi l’altra parte di te,
è inutile che fai finta che non sei come me
Il mondo è tutto qui, o almeno quello che gli Straw, come pochi altri, hanno il coraggio e l’onestà di raccontare.
Onore al merito della supervisione artistica di Diego Perrone (frontman dei Medusa e seconda voce di Caparezza), e ai fonici della Dracma, che sono riusciti nell’impresa di catturare suono e anima degli Straw, restituendoci intatto e vivo il magnetismo fragoroso del palco, senza mediazioni, senza abbellimenti, ma soprattutto, cosa più importante, senza detrazioni.
The Straw – SUPERDONNA
distribuzione La Voce del Gregge – 2013